Il celeberrimo Gennaio 1985: meteorologicamente parlando

22 Gen 2025

Di Fabio Magoni e Romano Serra

Nel gennaio 1985  gran parte della regione, ma anche buona parte della nostra penisola, si imbattè in un mese nevoso e gelato che è rimasto nella storia meteorologica.

In quel periodo, una massa d’aria d’origine polare,  estremamente fredda, dovuta ad un collasso del Vortice Polare in quota, si mosse dalla Scandinavia verso l’Europa e verso l’Italia. 

Furono 3 le fasi di afflusso di aria artica che portarono neve e gelo per tutto il mese.

 I giorni nevosi furono 8, e caddero in Gennaio un totale di 108 cm di neve; il valore più alto mai misurato all’Osservatorio. A Bologna ne caddero 126 cm, a Ferrara 75 cm, a Rimini 60 cm. La neve cadde abbondante a Firenze, a Roma, a Napoli, a Cagliari.

Altro valore massimo storico è l’altezza giornaliera raggiunta il giorno 8 gennaio con 35 cm di neve. 

In questo giorno nevicò con temperature di circa -10°C, evenienza particolarmente rara per zone di pianura. 

Le altre nevicate giornaliere furono di 20 cm – 18 cm -10 cm (due nevicate) – 5 cm (3 nevicate)

Il gelo quindi ebbe il sopravvento con la temperatura minima registrata a Persiceto di -21°C rilevata il giorno 11-01-85 che è tuttora la minima storica all’Osservatorio Astronomico.

I giorni di gelo furono 23 di cui ben 3 con temperature inferiori ai -20°C e 5 giorni con temperature inferiori ai -10°C.

A Finale Emilia la temperatura minima fu di -27°C, ad Anzola Emilia fu di -25°C, a Bologna-16°C, a Ferrara -19°C, a Rimini -17°C, a Milano e Verona -18°C, a Firenze -23°C, a Roma -11°C

Congelarono il Po, l’Adige, l’Arno e i canali di Venezia.

Nelle nostre zone i danni furono agli impianti di riscaldamento, all’agricoltura, alla vegetazione.

Fu un evento eccezionale anche per quei tempi (qualcosa di simile ma inferiore come intensità capitò nel 1929 e nel 1956 e in tempi più recenti nel 2012), ma visto alla luce di questi ultimi anni, questi dati potrebbero sembrare provenienti da altri continenti oppure da racconti fantastici di mondi che non esistono più.

Il gelo è stato registrato negli anelli di accrescimento degli  alberi anche di molte parti dell’Europa . 

Nell’ immagine la somma di 4 foto in cui si vedono gli anelli di accrescimento del 1985 di alcuni alberi ( Faggio Montecavallo, Tiglio Persiceto, Abete Hessdalen e Tiglio  Chiuduno-BG )  che mostrano una evidente variazione di spessore dell’anello nell’anno 1985 e successivi: sono più stretti.  In alto a destra vi è la sezione di un abete della vallata di Hessdalen vicino a Trondheim in Norvegia. Si vede perfettamente  che lo spessore dell’anello 1985  ( anche 2/3  successivi)  diminuisce con la produzione di canali resiniferi, sintomo di sofferenza della pianta.