All’interno del parco dell’orto botanico, si trova la collinetta dell’Osservatorio, con al centro l’edificio cilindrico sormontato dalla bianca cupola a spicchi, brillante sotto il sole. Alla destra si dispiega una serie di bassi e strani edifici bianchi in parte interrati, che proteggono due strumenti per l’osservazione dell’attività solare, l’eliostato ed il radiometro, ed un sensore sismico.
Buona parte delle strutture presenti sono state costruite da soci ed amici del Gruppo Astrofili, a cominciare dalla cupola di 4,5m di diametro che protegge i telescopi dagli agenti atmosferici e riduce la turbolenza dell’aria attorno agli strumenti di osservazione. Grazie all’aiuto determinante di Tonino Setti, Mario Bencivenni e Alberto Calzati, la cupola è stata costruita e messa in opera il 12 dicembre 1982, alle ore 12.
L’inaugurazione ufficiale è stata invece nel 1984 e da allora l’Osservatorio Comunale di San Giovanni in Persiceto dedicato a G.Abetti (astronomo di Arcetri) ha accolto migliaia di cittadini curiosi e desiderosi di passare qualche sera “col naso all’insù”.
Una particolare attenzione merita la porta del piano superiore dell’osservatorio, costruita in fusione di alluminio da Alberto Calzati. Gli elementi decorativi in rilievo, oltre ad un piacevole effetto estetico, raccontano diverse storie. In basso si può vedere una nave a vele spiegate in un mare in tempesta, vicino a scogli appuntiti e pericolosi, ma con una stella che la guida: chiaro riferimento al valore pratico che l’astronomia ha sempre avuto nelle attività umane, specialmente nella navigazione. La parte centrale è abbellita da una Rosa dei Venti, che funge da umbone. La parte superiore è di più complessa interpretazione. Mostra la disposizione dei pianeti da due diversi punti di vista: sulle loro orbite visti dal polo dell’eclittica e tra le stelle, visti dalla terra. La loro posizione non è casuale, ma corrisponde alla effettiva posizione che avevano nell’inverno tra il 1981 e 1982, data media di costruzione dell’Osservatorio. In particolare si nota la cometa di Halley, in avvicinamento al Sole, che si trova all’altezza dell’orbita di Saturno, prima del passaggio al perielio del 1986.
Il muro curvo dell’edificio dell’osservatorio è decorato a colori vivi. Come per la porta, anche questi affreschi non sono semplicemente estetici ma costituiscono invece una meridiana, composta di tre meridiane sui tre lati del muro esposti ad est, sud ed ovest. La meridiana meridionale è la più grande e la più bella della tre, anche se oggi avrebbe bisogno di un restauro visto che la pittura originale si sta sbiadendo irrimediabilmente. Questi tre orologi solari sono stati progettati e disegnati da Ludovico Pasquali, decano del gruppo e grande appassionato di meridiane. Suo è anche il progetto della meridiana dipinta sul muro dell’edificio che ospita il Planetario ed il Museo del Cielo e della Terra, caratterizzata dal motto latino: “Nulla fluat cuius meminisse non iuvat“. Nessuna ora passi di cui non giovi il ricordo; un chiaro invito a non sprecare il proprio tempo.