Albero monumentale del “Poggio”

Un sensore naturale per la misura nel tempo degli eventi geoclimatici di S. G. Persiceto

Il 4 agosto 2021 è stato abbattuto il grande, monumentale, secolare pioppo del Poggio, presente nel cortile della Casa della Carità “ Madonna del Poggio”.

“Albero del Poggio” – foto: Romano Serra

La pianta, ormai troppo malata e vetusta, ma ancora con qualche parte viva del tronco, era un Gatterino o Popolus Canescens, cioè un ibrido tra un pioppo bianco ed un pioppo tremulo. La pianta, di oltre 35 metri di altezza (a confronto, la Torre Campanaria di Persiceto è di circa 49 metri) aveva un irregolare “diametro” alla base di circa 2,4 metri, quindi una circonferenza di circa 7,5 metri.

L’albero fu piantato alcuni anni prima del 1910 assieme a molti altri alberi della zona, come ad esempio alcuni alberi della circonvallazione di Persiceto. La sua vita fu lunga, e fu costellata da diverse difficoltà che dovette superare.

Nel 1944, il proprietario Oreste Mattioli lo salvò dall’abbattimento: durante la guerra il Comune di San Giovanni in Persiceto censì gli alberi più grandi del territorio, deliberando di abbatterli per fare provvista di legna per il paese. Il pioppo era fra questi. Oreste calcolò il peso della pianta ed acquistò un quantitativo di legname pari al suo peso e lo regalò al Comune, salvando così la pianta.

Nel 1971 il pioppo fu ancora in pericolo, infatti in occasione della realizzazione della strada “Trasversale di Pianura”, in un primo progetto si ipotizzò di abbatterlo per rendere più agevole la curva di innesto in Via Bologna. Ciò sollevò un movimento di protesta: molti bambini delle scuole di allora scrissero delle cartoline con dei “pensierini” in favore del salvataggio del pioppo. Il progetto della trasversale fu modificato e la pianta salvata.

L’albero è il grande notaio della natura: negli anelli di accrescimento sono cristallizzate tantissime informazioni. Considerando l’età della nostra pianta, censita anche come albero monumentale dalla regione Emilia Romagna (scheda n. 64 “Alberi Monumentali” – Istituto Beni Culturali, rilevato al 31/07/2018: altezza 30 m, circonferenza tronco 7,5 m) e considerando il grande diametro, possiamo trovare nello spessore degli anelli di accrescimento molte informazioni geoambientali dell’area persicetana degli ultimi 110 anni.

Dal conteggio degli anelli, si evince che il pioppo secolare del Poggio aveva oltre 120 anni (1903-2021) con margine di errore massimo di anno.

Si notano gli anelli corrispondenti agli anni gelidi: 1915, 1929, 1935, 1941, 1956, 1977, 1985, 1991, 2012. Gli anni 1915 e 1977 furono anni con grandi nevicate, oltre al gelo.

Confronto dello spessore degli anelli di accrescimento e dell’attività solare, anno per anno

Nel 1956 vi fu anche un’alluvione nel mese di aprile, e la pianta fu sommersa dall’acqua. Osservando gli anelli si riscontra sofferenza solo dal 1958 in poi, perché probabilmente nel 1957 l’albero aveva ancora sostanze di riserva per sostenere la sua crescita.

Inoltre, l’accrescimento più ridotto degli anelli dovuto all’invecchiamento della pianta risente anche della siccità dell’ultimo ventennio, in particolare degli anni 1988, 1998 e 2006, che furono particolarmente aridi.

Decisamente curiosa è la ciclicità (calcolata mediante analisi di Fourier) di maggior accrescimento degli anelli che corrisponde alla ciclicità del ripetersi delle macchie solari ogni 11 anni circa.

Analisi di Fourier dei dati del grafico precedente

L’albero monumentale del Poggio è stato usato anche per uno studio sulla presenza o meno di radionuclidi gamma-emittenti nell’area di terreno circostante, in seguito alla catastrofe nucleare di Chernobyl del 1986 (fallout radioattivo con la presenza soprattutto dell’isotopo Cesio-137). Non sono però stati evidenziati inquinamenti radioattivi a differenza di altre aree relativamente lontane. Dalle analisi sulla segatura prelevata dagli anelli degli anni successivi al 1986, si può vedere solo un ben distinto picco relativo alla presenza del comune isotopo Potassio-40, normalmente presente nel terreno.

Questo perché Cesio e Potassio, essendo elementi alcalini, si comportano chimicamente nella stessa maniera e l’albero non riesce a distinguerli; quindi se l’albero assorbe solo Potassio, significa che non riesce ad inglobare Cesio.

Si nota infine che la pianta, nel 2016, fu colpita da un fulmine in direzione nord, e ciò lasciò una ferita mai più rimarginata su tutto il tronco, mostrata dalla assenza di corteccia.

Una stima indica che un albero di proporzioni grandi, che abbia un diametro di un metro ad altezza di un uomo, rilascia oltre 30 litri di ossigeno al giorno. Per confronto un uomo medio, per respirare, ha bisogno di circa 400 litri di ossigeno al giorno. Un litro di ossigeno pesa 1,4 gr circa.
Facendo un conto medio, a spanne, il Pioppo Monumentale del “Poggio” di S.G. Persiceto, nella sua vita, grazie alla fotosintesi e quindi al Sole, ha prodotto oltre 10 tonnellate di ossigeno.

Alla realizzazione del presente lavoro hanno partecipato:

  • Flavio Bonfiglioli
  • Giovanni Paltrinieri
  • Nicola Borghi
  • Paolo Bortolotti
  • Riccardo Riki Bortolotti
  • Paolo Calzati
  • Saverio Cazzoli
  • Libero Galetti
  • Romano Serra
  • Antonio Setti
  • Massimo Setti
  • Walter Venturoli
  • Rosanna Fantucci, Marzia Zenobia Satta – Geologi Associati Fantucci e Stocchi (Viterbo)
  • Alessandro Lombi – Laboratorio di Fisica Sanitaria di UNIBO – Laboratorio Spettrometria Gamma