La meridiana verticale a “camera oscura” nella ex chiesa di San Francesco a San Giovanni in Persiceto
(A cura di Giovanni Paltrinieri e Romano Serra.)
L’antica chiesa di San Francesco a San Giovanni in Persiceto ha una lunga storia. Appartenente in origine e a tappe alterne ai Frati Minori conventuali, alla metà dell’Ottocento passò definitivamente con l’annesso convento nella mani del Comune.
L’orientamento del fabbricato ed una particolare situazione architettonica, hanno fatto sì che al suo interno si sia potuta realizzare, nel giugno del 2020, una singolarissima meridiana a “camera oscura” assolutamente unica nel suo genere.
Detta meridiana prende luce da un foro praticato su una piastra d’ottone collocata nel finestrone di facciata. I raggi solari, entrando poco prima di mezzogiorno nella ex chiesa, proiettano su una lesena laterale l’immagine luminosa ed ovale dell’astro. Quando detta immagine centra esattamente una linea verticale ivi tracciata, si ha il preciso istante del mezzodì.
Si tratta ovviamente di mezzodì locale, ovvero l’istante in cui il sole si trova alla sua massima altezza sull’orizzonte nel corso del giorno, ed è in perfetta direzione sud. Tale istante non corrisponde quindi alle ore 12:00 che segna il nostro comune orologio da polso per due motivi:
- L’ora civile corrisponde a quella del fuso a cui appartiene l’Italia e non tiene conto della nostra personale posizione geografica. Infatti, l’ora è la medesima sia che io abiti a Venezia, sia a Genova.
- Nei mesi in cui vige il tempo estivo, i nostri comuni orologi sono portati avanti di 60 minuti: la cosiddetta “ora legale”.
Per sopperire a questa “scomodità di lettura oraria”, si è realizzata una tavola che esprime l’equazione locale calcolata per San Giovanni in Persiceto. Ma andiamo per gradi.
L’immagine che qui riportiamo descrive ampiamente il funzionamento di questo strumento, ed è riportata alla base della meridiana per facilitare la lettura del medesimo.
Il foro è posizionato ad un’altezza dal suolo di mm 13.350 (quasi la metà dell’altezza del foro della meridiana di San Petronio a Bologna, opera eseguita da G. D. Cassini nel 1655).
I raggi solari, entrando quotidianamente all’interno dell’edificio, nell’istante del mezzodì centrano una linea verticale tracciata sulla lesena laterale. Tale proiezione non avviene quotidianamente nello stesso punto, consentendo così di realizzare una sorta di parziale calendario che, per motivi tecnici, copre solo i mesi che partono dalla primavera ed arrivano all’autunno, aventi come centro il 21 giugno: il solstizio estivo.
Per evidenziare lungo la linea alcuni momenti fondamentali dell’anno, sia religiosi sia astronomici, sulla medesima sono state apposte delle piastre circolari riferite ad alcuni fondamentali punti proiettivi del sole, secondo il seguente schema:
- Piastra “A” : 4 ottobre – Festa dei Santi Petronio e Francesco
- Piastra “B” : 21 marzo – segno dell’Ariete e 23 settembre – segno della Bilancia
- Piastra “C” : 8 settembre – natività della Beata Vergine Maria
- Piastra “D” : Piastra – segno del Toro e 23 agosto – segno della Vergine
- Piastra “E” : 21 maggio – segno del Leone e 23 luglio – segno dei Gemelli
- Piastra “F” : 21 giugno – segno del Cancro e 24 giugno – festa di San Giovanni Battista
NOTA: Le ultime due piastre “E” ed “F”, per ragioni dimensionali dello strumento, non sono disposte come le altre lungo la lesena, ma sono fissate al suolo nei punti di loro competenza.
Il pannello inoltre riporta la tavola dell’equazione del tempo calcolata per San Giovanni in Persiceto, la quale fornisce l’istante del mezzodì vero, espresso nel fuso orario italiano, nel corso dell’anno.
Un omaggio ad Egnazio Danti, inventore della meridiana a “camera oscura”
È cosa ben nota che la quotidiana situazione del Sole consente di effettuare la determinazione oraria dall’alba al tramonto: già in periodo greco e romano si realizzavano orologi solari discretamente precisi, sia per l’uso privato, sia per quello pubblico. Nel medioevo se ne ampliò e migliorò la realizzazione, per giungere poi agli orologi meccanici, i quali dimostrarono da subito una loro importante prerogativa.
Nella seconda metà del Cinquecento il padre domenicano Egnazio Danti ebbe una grande intuizione per determinare l’istante del Mezzodì e studiare l’altezza quotidiana del Sole: realizzare all’interno di una chiesa una meridiana a foro gnomonico, tracciandone la linea al suolo. Se poi le dimensioni non lo consentivano, la proiezione luminosa poteva anche avvenire su una parete verticale. Con tale doppia caratteristica egli ne realizzò una nel convento dei Domenicani di Bologna. Subito dopo, il monaco tracciò una prima meridiana all’interno della Basilica di San Petronio (sostituita successivamente nel 1655 da una maggiore a cura di Giovanni Domenico Cassini).
Il Danti fu grande astronomo e matematico dell’Università bolognese. Il Papa Gregorio XIII lo volle poi a Roma, e fra i tanti incarichi vi fu anche quello di occuparsi della commissione che determinò la revisione del calendario (il 4 ottobre 1582 fu introdotto il calendario gregoriano, in uso tutt’ora, a sostituzione del precendente calendario giuliano, promulgato nel 46 a.C. da Giulio Cesare).
Nel periodo in cui lo studioso dimorò a Bologna, egli ricevette dal Vescovo l’incarico di realizzare una cartella di disegni riguardanti il territorio della Diocesi, forse con l’intenzione di eseguire in seguito un’opera iconografica che poi non trovò compimento. In quella occasione egli venne anche a San Giovanni: schizzò la chiesa parrocchiale con il campanile rovinato da un fulmine ed una vista in lontananza della cittadina, compreso il già esistente complesso di San Francesco.
Poi, nel suo lungo operare in Vaticano, il Danti realizzò la stupenda “Galleria delle Carte Geografiche”, in cui l’intera penisola italiana è illustrata con una dovizia di particolari davvero incredibili.