3I/ATLAS: un misterioso viaggiatore interstellare nel nostro Sistema Solare

11 Set 2025

Nel luglio 2025, i telescopi del sistema ATLAS (Asteroid Terrestrial-impact Last Alert System) hanno individuato un oggetto davvero eccezionale: una cometa che non proviene dal nostro Sistema Solare. Gli astronomi l’hanno subito battezzata 3I/ATLAS, dove “3I” sta per “terzo oggetto interstellare” mai scoperto dopo il celebre ʻ1I/Oumuamua nel 2017 e 2I/Borisov nel 2019.

Credit Telescopio Gemini 27 agosto 2025


A differenza delle nostre comete classiche che orbitano attorno al Sole in percorsi ellittici, 3I/ATLAS segue un’orbita iperbolica, aperta e non vincolata al nostro Sole, con un’eccentricità molto elevata (supera il valore di 6) il che significa che non tornerà mai. Sta semplicemente attraversando il nostro Sistema Solare, spinta da chissà quali forze lontane, per poi continuare il suo viaggio verso le profondità dello spazio interstellare.

L’orbita di 3I/ATLAS è iperbolica e fortemente inclinata, 175.11° sul piano dell’eclittica, quello su cui orbitano i pianeti. Viaggia a una velocità di 68 km al secondo e raggiungerà il suo momento di massima vicinanza al Sole (perielio) il 29 Ottobre 2025 ad una distanza dalla Terra di 1.8 UA. Prima di quel momento, passerà a una distanza relativamente ravvicinata da Marte concedendo un’opportunità interessante alle sonde in orbita attorno al pianeta rosso di osservarla.

Una cometa “attiva” da lontano

Fin dai primi avvistamenti, 3I/ATLAS ha mostrato attività cometaria(C/2025 N1 (ATLAS)): ha sviluppato una chioma di colore rossastro indicativo di polveri e una sottile coda composta da ghiaccio e granelli di silicato, visibili anche da grandi distanze. Alcuni dati suggeriscono che fosse già attiva quando si trovava a più di 6UA dal Sole, una distanza che va oltre l’orbita di Giove.

Grazie a osservazioni del telescopio spaziale James Webb, è stato possibile analizzare la composizione chimica della chioma. Rilevando una presenza insolitamente alta di anidride carbonica (CO₂) rispetto all’acqua, un indizio importante che potrebbe raccontarci qualcosa sulle condizioni del sistema stellare da cui proviene.

Antichissimo e misterioso

Oltre alla sua origine aliena, ciò che rende 3I/ATLAS ancora più affascinante è la sua età stimata. Secondo uno studio dell’Università di Oxford potrebbe avere tra i 7.6 e i 14 miliardi di anni. Ciò significa che potrebbe essere un oggetto più vecchio del Sistema Solare e potrebbe essere la cometa più antica mai vista. Una sorta di reliquia cosmica, che ha attraversato la galassia per miliardi di anni prima di incrociare il nostro cammino.
Tracciando il suo percorso nel cielo si può stabilire che abbia avuto origine dallo spazio interstellare in direzione della costellazione del Sagittario, vicino al centro galattico della Via Lattea.

Un’occasione irripetibile per la scienza

Il passaggio di 3I/ATLAS sta già attivando una delle più grandi campagne osservative mai organizzate per un oggetto interstellare. Dai telescopi a terra come il Deep Random Survey (x09) in Cile oil Canada-France-Hawaii Telescope (T14) a Mauna Kea, a quelli spaziali come Hubble e il James Webb, fino a osservatori spaziali come TESS e Swift: tutti gli occhi del cielo sono puntati su questo viaggiatore cosmico.

Credit Hubble Space Telescope’s Wide Field Camera on 21 July 2025.


Purtroppo, a causa della sua velocità estrema e della traiettoria non prevedibile con largo anticipo, non è stato possibile pianificare una missione spaziale per incontrarlo da vicino. Tuttavia, i dati raccolti ci permetteranno comunque di capire molto, non solo su 3I/ATLAS, ma anche sulla formazione dei sistemi planetari lontani, e forse perfino sull’origine della vita.
Un messaggero da un altro mondo


Oggetti come 3I/ATLAS sono rari e preziosi. Non portano soltanto la firma chimica di altri sistemi stellari: sono veri e propri frammenti di mondi alieni, che ci offrono uno sguardo diretto su cosa accade oltre i confini del nostro Sistema Solare.
Forse, nel futuro, riusciremo a intercettarne uno in tempo per inviare una sonda. Ma intanto, grazie agli strumenti sempre più sofisticati a nostra disposizione, possiamo comunque raccogliere indizi fondamentali su cosa significa essere parte di una galassia viva e in continuo movimento.