Stelle iperdense, ma grandi appena quanto una città, che ruotano a ritmi vorticosi ed regolarissimi. Sono queste le pulsar, stelle di neutroni – cadaveri stellari, dunque – che emettono impulsi di onde radio a ogni loro rotazione, comportandosi come “fari” nel nostro cielo. Questa caratteristica li rende dei veri e propri orologi cosmici con i quali è possibile condurre una incredibile varietà di esperimenti. Dall’evoluzione stellare alla teoria della Relatività di Einstein, dalle onde gravitazionali allo studio dei buchi neri, i campi di applicazione dello studio delle pulsar sono i più svariati!
In questa presentazione ci addentreremo nel mondo della radioastronomia, e in particolare delle pulsar, e scopriremo come possiamo utilizzarle come sonde di precisione per captare le elusive increspature dello spazio-tempo prodotte dallo spiraleggiare di coppie di buchi neri supermassicci. Grazie alle pulsar surferemo sulle onde gravitazionali più lunghe che ci siano!
Marta Burgay
Marta Burgay, aostana, ma sarda di adozione, è laureata e dottorata in astronomia all’Università degli studi di Bologna. È prima ricercatrice presso l’Osservatorio Astronomico di Cagliari dell’Istituto Nazionale di Astrofisica (INAF). Si occupa dello studio di stelle di neutroni, in particolare di pulsar, magnetar e lampi radio veloci. La scoperta del primo (e ad oggi unico) sistema di due pulsar le è valso numerosi riconoscimenti tra cui il premio della Società italiana di Gravitazione, il premio Tacchini della Società Astronomica italiana, il premio Des Cartes dell’Unione Europea e il premio giovani ricercatori della International Union of Pure and Applied Physics. Dal 2006 fa parte della collaborazione europea EPTA (European Pulsar Timing Array) che utilizza le pulsar come sonde cosmiche per captare le deformazioni dello spazio-tempo causate da buchi neri di enorme massa.
Evento realizzato in collaborazione con: